CRIPTORCHIDISMO E MONORCHIDISMO NEL CANE


Vogliamo affrontare questa patologia che comporta anche una questione “spinosa” con risvolti legali. Purtroppo in questi casi il cane viene considerato legalmente “un bene” e come tale viene sancito dal Codice Civile.

La legislazione recita questo :” La compravendita dei beni viene disciplinata dal Codice Civile (C.C.) e viene definita come la manifestazione della volontà bilaterale o plurime, per cui una delle parti (venditore) promette all’ altra (compratore) di cederle la proprietà di una cosa ovvero di trasmetterle qualsiasi diritto, sempre dietro promessa di ricevere un corrispettivo di denaro. Un riferimento specifico alla “vendita di animali” si trova nell’ art. 1496 C.C. che, però, è riferito soltanto ad un aspetto particolare della compravendita, quello relativo alla garanzia per vizi, che si vedrà a seguito. Risulta pertanto che la compravendita degli animali rientra nelle disposizioni generali del C.C.

Premesso quanto sopra, il C.C. impone determinati obblighi sia al venditore sia al compratore. Se quest’ ultimo è tenuto a pagare il prezzo convenuto, tra le obbligazioni principali del venditore (art. 1476 C.C.), si sottolinea che il venditore garantisce sempre l’ animale da vizi, salvo patto contrario. L’ art. 1490 C.C. ribadisce tale obbligo in quanto dispone che “Il venditore è tenuto a garantire che la cosa venduta sia immune da vizi che la rendano inidonea all’ uso a cui è destinata o ne diminuisca in modo apprezzabile il valore”.”

LA PATOLOGIA

Per criptorchidismo si intende la mancata discesa nello scroto di di entrambi i testicoli oppure di uno dei due: in tal caso si definisce erroneamente monorchidismo (destro o sinistro). In realtà il monorchidismo vero e proprio consiste nella assenza totale del testicolo e non la ritenzione.

Nel cane alla nascita i testicoli sono sempre intraddominali e la loro discesa avviene generalmente all’età di 10 giorni, ma non sono ancora palpabili.

Se al compimento dell’ottava settimana di vita uno o entrambi i testicoli non sono palpabili nello scroto, la patologia è purtroppo confermata.

Il criptorchidismo è una disfunzione più diffusa di quanto non si creda: colpisce almeno una sessantina di razze e l’incidenza media è di circa il 10% con maggior frequenza nei soggetti di razza pura.

La diagnosi può avvenire tramite la semplice palpazione, ma la presenza del testicolo o meno nel vanale inguinale o a livello intraddominale la si rileva soltanto per mezzo di una ecografia.

Nessuna terapia medica può garantire la discesa del testicolo ritenuto, ma molti veterinari tentano di ottenerne la discesa con la somministrazione di sostanze ormonali, non appena si rendono conto della problematica.

In ogni caso non bisogna mai sottovalutare la pericolosità del testicolo ritenuto, poiché evoca il rischio dell’insorgenza di tumori anche altamente maligni. Occorre intervenire chirurgicamente ed asportare il testicolo ritenuto: c’è chi giustamente opta per l’asportazione di entrambi, e questa è la miglior soluzione per il soggetto stesso, dato che comunque non deve riprodursi.

Il riposizionamento chirurgico della gonade criptorchide nello scroto non è da considerarsi una procedura eticamente corretta, ma è comprensibile che molti proprietari preferiscano questa soluzione, ove possibile, per avere il loro cane esteticamente “normale”. Il problema in tal caso è non dimenticarsi mai che non si dovranno accoppiare. .

In pratica, a due mesi di età, cioè quando in genere il cucciolo è pronto per andare nella sua nuova casa, i testicoli devono già essere presenti nella loro cavità scrotale. Può però esserci (fino ai 6 mesi di età e non deve andare oltre) il caso del “testicolo ballerino, cioè un testicolo che sale e scende.

Se a 6 mesi compiuti i testicoli non sono entrambi definitivamente discesi il cane è da considerarsi criptorchide.

Oltre a non poter essere ammesso alla riproduzione, questo cane non avrà la possibilità di partecipare ad esposizioni cinofile: anche questo è bene saperlo.



COSA DICE LA LEGGE

Oltre al problema di salute, questa patologia comporta un trattamento diverso nella compra vendita. Esiste pertanto anche una parte “legale”, legata a tale problematica.

La mancanza di uno o di entrambi i testicoli fa parte dei vizi redibitori, cioè di quelle “imperfezioni” che fan si che possa venire annullato il contratto di compravendita.

Ma non è così semplice: innanzi tutto la patologia per essere considerata vizio redibitorio deve essere:

Pregressa: già presente e ben visibile all’atto della cessione.

Occulta: non facilmente riconoscibile e apparente (non sempre chi va a prendersi il suo cucciolo maschio va a controllare la presenza dei testicoli); inoltre potrebbe anche trattarsi di un difetto genetico occulto (i famosi testicoli ballerini) e non diagnosticabile con sicurezza fino a 4-5 mesi.

Grave; cioè deve essere una problematica di salute che compromette le normali funzioni fisiologiche del soggetto.

In tutti questi casi il vizio redibitorio consiste nel fatto che se l’acquirente fosse stato a conoscenza del problema, non avrebbe acquistato quel cucciolo.

L’allevatore onesto deve assolutamente far presente la patologia, e cedere il cucciolo (se l’acquirente accetta) a prezzo  inferiore (e possibilmente a patto di sterilizzazione), Il tutto deve essere regolarizzato da contratto scritto, in modo che non vi siano contestazioni successive, possibilità di rivalsa e che sia ben chiaro che l’acquirente è a conoscenza della patologia ed accetta di prendersi cura del suo cucciolo nonostante tutto.

Brutto da dire, ma se l’allevatore illustra per bene il tutto e l’acquirente accetta il bene nello stato in cui si trova, (visto e piaciuto) significa per l’acquirente accettare di possedere un esemplare sessualmente “difettoso”. E’ implicito che l’allevatore qualora il difetto sia presente alla vendita e visualizzato e certificato dal veterinario debba per onestà cederlo ad un prezzo inferiore.